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Si capisce, al di là delle frasi di circostanza, che Arturo doveva essere proprio una bella persona, rassicurante e aperta come appare anche nelle foto: un volto maschio, si sarebbe detto all'epoca, dai lineamenti forti ma non privi di una certa qual dolcezza. Nel guardare le foto dei cinque caduti e dei loro compagni d'arme vien da pensare a come sembravano già uomini fatti i ventenni d'allora. Del resto, la durezza della vita e della guerra che li ha inghiottiti obbligava a crescere in fretta. Anche Giglioli è poco più che ventenne, non è ancora sacerdote, sarà ordinato l'anno dopo. Osserva i fatti attento e partecipe, li racconta in questo dattiloscritto su carta velina con il piglio e il taglio del giornalista: l'impaginazione e l'inserimento delle foto dicono che è un testo destinato alla pubblicazione. Lo stile è ancora acerbo e debitore alla retorica dell'epoca, ottocentesca e curiale, ma è autentica e febbrile la commozione che alimenta il climax ascendente del racconto. Nelle campagne di Schivenoglia il giovane chierico incontra il proprio destino.